…Nel 2012 scrive la storia del ciclismo lucano con il suo arrivo in solitaria a Lago Laceno, la tappa più meridionale di quell’edizione del Giro d’Italia. Qui con il suo esultare alla Giovinco, lancia un segnale inequivocabile: una spanna sopra gli altri. Ritocca quella pagina di nuovo nel 2015 quando parte per la corsa ciclistica più conosciuta al mondo: il Tour de France, ed il primo lucano al Tour ha saputo dare spettacolo anche in Francia.

Ne ha fatta tanta di strada dal 2005, anno in cui si consacra tra le file del professionismo vestendo la maglia di colore arancione della Panaria- Navigare, gradino per pochi anzi, pochissimi. Una carriera lunga e ricca di attacchi in salita, ma anche di cadute e rialzate continue. Domenico è uno di quelli che non si è mai autocelebrato, non si auto- consacra sui social network, a fatica si dà del “bravo” anche quando meriterebbe un “bravissimo”, perché si può sempre fare di meglio. Non conosce le regole del selfie perfetto ma quelle della meteorologia, che consulta ogni giorno fin da liceale, tra gli spartiti di Beethoven e le versioni di latino da tradurre.

Mentre la strada s’impervia come un cavallo impazzito, il suo cambio scricchiola e non importa che marca di bicicletta abbia, non importa se il suo computerino non è all’ultimo grido, Pozzovivo non fa nemmeno una smorfia in volto, non serra i denti: sornione contrae i suoi muscoli e inizia la sua danza sulle note dell’asfalto, beffeggiando ogni pendenza. Non c’è montagna che tenga perché lui le conosce tutte e da ogni versante: Punta Veleno, Zoncolan, Mortirolo, Stelvio o Pordoi, quasi come fossero dei gusti di gelato, lui li ha assaporati tutti. Domenico oggi indossa la maglia della squadra World Tour Bahrain-Merida e tra le mura medievali del borgo svizzero di Morcote, scruta le nuvole e pianifica la prossima salita da sfidare.

dal sito web www.domenicopozzovivo.it