Circondata da una serie di vivaci paesaggi, come le vette del Monte Sirino per gran parte dell’anno ricoperte di neve, Lauria ha dato i natali a figure importanti, seppur diverse tra loro.

Il paese più popolato e grande della Valle del Noce è infatti legato all’attore e regista Rocco Papaleo, che proprio a Lauria ha girato alcune scene del suo film “Basilicata coast to coast”, ma è anche la patria del Beato Domenico da Lentini, nonché patrono della città.

Il suo affascinante centro abitato, dalle antiche origini, è composto dai due nuclei: Lauria Superiore, il “Castello”, e Lauria Inferiore, il “Borgo”, separati l’un l’altro dall’antico quartiere “Ravita”.

Indimenticabile è poi il ventaglio di risorse naturalistiche che Lauria offre in ogni stagione.

La storia

Attorno ai resti del castello su cui Lauria è arroccata riecheggia parte della storia del paese il cui nucleo originario, probabilmente, sorge nel X secolo.

La storia del paese è legata al passaggio di monaci iconofili provenienti dall’Oriente, ma anche ai longobardi e ai cavalieri templari, oltre che ai saraceni, i quali si sarebbero stabiliti nel quartiere “Ravita”, proprio dall’arabo “Rabit”, che significa “zona vicina”, e avrebbero edificato ed edificarono il castello “di Ruggiero”.

In età feudale il paese è dominato dagli Angioni, passando passò ai Sanseverino, ai Borgia e infine agli Ulloa.

Il patrimonio culturale

Passeggiando lungo il centro storico si resta letteralmente ammaliati dai segni tipici dell’epoca medioevale rivelati a partire dai resti del suo castello.

L’antico borgo ha conservato le tracce delle sue antiche origini nelle abitazioni aggrappate alla collina, nelle caratteristiche viuzze e nelle intricate stradine, che a loro volta s’inerpicano costituendo archi, portici e armoniosi motivi architettonici.

Né lascia indifferenti il patrimonio fatto di ringhiere e cancelli in ferro battuto e portali in pietra, stemmi litici e cornicioni decorati, oltre ai palazzi nobiliari. È sulla vetta di un monte roccioso che si elevano i muri e i resti avanzi delle torri del castello, appartenuto prima a Ruggiero di Lauria, poi ai Sanseverino e ai duchi di Candia.

Da non perdere la casa natìa del Beato Domenico da Lentini, Patrono di Lauria, le cui reliquie sono conservate all’interno della chiesa madre di Lauria, San Nicola di Bari. Entrambi i luoghi sono meta di pellegrinaggi durante tutto l’anno.

I sapori

Una cucina rustica che conquista tutti i palati troneggia a Lauria, dove a dominare sono la callosità della pasta fatta in casa, il profumo della carne cotta alla brace o al forno, formaggi e salumi locali e dolci.

I “rascatiddi”, meglio noti come “gnocchi”, e poi le “lagane”, tagliatelle con i fagioli, sono solo alcuni dei prelibati primi piatti che si preparano da queste parti, cui seguono secondi piatti dai gusti più classici a quelli più forti come gli “gliummariddi”, involtini con interariora o la “trippa” accompagnati da gustosi contorni come funghi o asparagi. Da non perdere a Lauria sono i prodotti da forno come il “pizzàtulu”, focaccia bianca o al pomodoro, o il “picciddàtu”, uno squisito dolce pasquale a forma di ciambella.

Sfiziosi sono poi alcuni biscotti come i “viscuttini”, ricoperti di glassao gli “anginétti”, piccoli biscotti a forma di ciambelline, cotti prima in acqua e poi in forno per renderli croccanti, quindi ricoperti di una glassa a base di zucchero e limone.

Natura e Parchi

Sarà che è compreso in uno dei paesaggi più pittoreschi dell’Appennino Meridionale, tra il Parco Nazionale del Pollino, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e il massiccio del Sirino, ma nel territorio lauriota si susseguono contesti ambientali molto suggestivi, tra i più belli dell’intera Basilicata.

Alle spalle del paese si innalzano le vette del massiccio del Sirino, con la più alta nota come monte Papa (2500 metri), per gran parte dell’anno innevate e meta di escursionisti o semplici appassionati dell’alta montagna in ogni stagione.

Di particolare interesse, nel territorio di Lauria, è anche il monte Serra La Spina, dalla forma aguzza, alla cui base giace la bellissima conca del laghetto Rotonda, un vero e proprio bacino lacustre, di origine carsica, sullo spartiacque del bacino del Noce. È definito anche “il lago che non c’è”, perché in alcuni mesi dell’anno non v’è traccia di acqua!

Il monte La Spina è ricoperto da un’estesa faggetta fin quasi sulla sua vetta, ma sui costoni rocciosi una presenza davvero caratterizzante è quella del “pino loricato”, che riveste anche il monte Serra Rotonda.

Ai piedi del monte La Spina, sullo spartiacque del bacino del Sinni, sorge l’invaso artificiale Cogliandrino che, insieme al laghetto Rotonda, costituisce un “continuum” ambientale con il bosco Canicella, punto di congiunzione tra il Parco Nazionale del Pollino e dell’Appennino Lucano, ma soprattutto meta irrinunciabile per gli amanti dei funghi che da queste parti spuntano innumerevoli.