ORSOMARSO

Orsomarso è situato sui contrafforti occidentali dell’Appennino calabrese, nella valle del fiume Argentino, poco oltre il punto di confluenza di questo fiume con il più noto fiume Lao. Il Comune è riconosciuto come Promotore Piantagione Albero per i bambini nuovi nati. Le origini di Orsomarso risalgono, probabilmente, all’epoca romanica. Sembra che una fortezza militare fu sistemata, a scopo difensivo, lungo la valle del fiume Lao. Tale valle fu attraversata da mercanti e navigatori achei, etruschi e greci e non è da escludere che tali passaggi abbiano interessato anche la parte interna e, quindi, la zona di Orsomarso. A testimonianza di ciò c’è la colonna spezzata (basamento sacrificale), attualmente posta dietro la chiesa del SS Salvatore, che sembra avere un’impronta decisamente romanica. Altri reperti sono la colonna tortile, posta all’entrata della porta posteriore della stessa chiesa, il portale romanico e le sculture della colonna. La zona di Mercure fu centro romanico di notevole importanza per gli scambi commerciali prima e per il monachesimo basiliano poi. Il nome deriva dal dio Mercurio e in seguito, con l’avvento dei Monaci Basiliani, si trasformò in Mercurion. Questa zona fu visitata, nel corso del X secolo, da santi importanti come San Nilo e San Fantino il Giovane. Durante le incursioni turche, nella zona di confluenza dei fiumi Argentino e Porta La Terra, sorse una fortezza per la difesa delle abbazie di Monaci Basiliani: uno dei suoi comandanti fu Ursus Marcius, che diede il nome al borgo sorto proprio intorno alla sua fortezza. Si vuole, inoltre, che il nome del paese derivi da monte orrido, per chiara allusione al posto ove sorse. Non è da escludere, tuttavia, che il nome di Orsomarso derivi da un orso che andava a rintanarsi in un bosco posseduto dalla famiglia Marzo o Marzio, donde le denominazioni trovate su documenti storici sin dal XIII secolo: Ursomarcius, Ursomarzo, cambiata nel tempo nell’attuale Orsomarso. L’abitato si è sviluppato non in modo graduale, a piccoli nuclei intorno a monasteri e palazzi. Nel Medioevo e nei secoli successivi, in seguito al recupero culturale del monachesimo bizantino, la terra di Orsomarso ebbe alterne vicende. Sequestrata a Barnaba Sanseverino, conte di Lauria, nel 1498 fu venduta da Federico II a Perrotto Bisach, che lo donò in dote alla figlia Barbara. Nel 1538 Barbara portò in dono il feudo al conte Silvestro Tomacello Ferrante di Alarçon, marchese di Rende. Nel 1613 il feudo di Orsomarso, insieme a quello di Abatemarco, venne venduto dai Sanseverino a tale Gianpietro Greco. Nel 1640 fu degli Ametrano. Nel 1668 il feudo va in proprietà ad Andrea I Brancati di Napoli. Il castello baronale, posto sotto l’ orologio e le mura perimetrali, fu anche abitazione residenziale della famiglia Brancati. Il feudo dei Brancati venne dato in fitto a Vespasiano Giovene, duca di Girasole, e da questo a don Nicola Cavalcanti, marchese di Verbicaro. L’ordinamento amministrativo francese, disposto per la legge del 19 gennaio 1807, ne fece un Luogo, nel cosiddetto Governo di Verbicaro. Il successivo riordino, effettuato per decreto 4 maggio 1811, istitutivo dei Comuni e dei Circondari, trasferì Orsomarso nella giurisdizione di Scalea, cui venne sottratto per effetto del riordino borbonico, che lo rimetteva nella giurisdizione di Verbicaro.